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Deficit di Attenzione e Disturbo Oppositivo Provocatorio: strategie utili per distinguerli e comprenderli

“Immaginiamo che ci sia un’orchestra sinfonica in cui ciascun musicista è capace di suonare molto bene il suo strumento. C’è il pianoforte, il violino, la tromba, e tutti gli altri strumenti musicali che servono per fare una grande orchestra. Sfortunatamente manca il direttore d’orchestra. A questo punto, non c’è nessuno che dica ai musicisti quando iniziare a suonare o quando smettere, quando deve entrare il violino e quando si deve fermare, quando bisogna accelerare il ritmo e quando rallentarlo. L’orchestra, pur avendo degli ottimi musicisti, senza un direttore non sarà in grado di produrre una buona musica.”

Questa metafora ben rappresenta il bambino/adolescente con disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività (ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Disorder) che è esattamente come un’orchestra senza il suo direttore. I sintomi dell’ADHD possono essere paragonati ad un problema che non riguarda i singoli strumenti ma piuttosto il direttore d’orchestra, ovvero, la capacità di regolare le funzioni sottostanti che risulta essere inappropriata per il livello di sviluppo raggiunto, compromettendo il funzionamento del bambino, sia a livello sociale che scolastico.

In particolar modo, nel bambino ADHD risulta essere compromessa la capacità di prestare attenzione senza farsi distrarre da particolari irrilevanti, come il clacson di un’auto, una conversazione di sottofondo o il rumore di un aereo; oppure, la difficoltà a mantenere l'attenzione attiva nel tempo (alcuni bambini, hanno una riserva attentiva di non più di 10 minuti). È assente ogni capacità di autoregolazione che lo porta a sviluppare un certo grado di impazienza tale per cui non riesce a tenere a freno le proprie reazioni: spesso dà la risposta prima che la domanda sia stata completata, non attende il proprio turno e interrompe spesso gli altri o si intromette nei discorsi altrui fino al punto da causare difficoltà nell’ambiente sociale e scolastico.

Nella gran parte delle situazioni, questi bambini non riescono a riflettere prima di agire mostrando scarse abilità nell’utilizzazione delle norme di convivenza sociale, in particolare in quelle capacità che consistono nel cogliere indici sociali non verbali che regolano le relazioni interpersonali.

Tutto questo, unito al difficoltoso rapporto con gli altri, alle difficoltà scolastiche, ai continui rimproveri da parte delle figure di riferimento e al senso di inadeguatezza a contrastare tutto ciò, con le proprie capacità, fa sì che questi bambini sviluppino un senso di demoralizzazione e di ansia, accentuando ulteriormente le loro difficoltà.

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Fig. 1 Comorbidità dell’ADHD

“Il bambino ADHD ha comportamenti problematici ma non è un bambino problematico”

Come possiamo vedere dalla Figura 1, il disturbo ADHD ha notevoli comorbidità con altri disturbi del neurosviluppo. In particolare, il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), è un disturbo del comportamento, così come l’ADHD, ma a differenza di quest’ultimo, che è inserito nella categoria dei disturbi dello sviluppo, il DOP è stato classificato come disturbo dirompente (insieme al Disturbo della condotta e al Disturbo di personalità antisociale). Esso ha una modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio nei confronti delle figure che si prendono cura di lui e delle autorità in generale. Si osservano perdita di controllo, litigi con adulti, opposizione attiva o rifiuto di rispettare le richieste o le regole, azioni deliberate che causano fastidio ad altri attraverso atteggiamenti collerici, dispettosi o vendicativi. Nonostante esista un’importante comorbilità tra ADHD e disturbi oppositivi è utile sottolineare che condizioni ambientali psicosociali sfavorevoli possono essere determinanti per l’esito antisociale di questi comportamenti. È fondamentale considerare l’influenza dei pari, della scuola e della comunità: la qualità delle relazioni e dei processi di socializzazione devono essere in questo senso considerati sia come la causa che come l’esito del comportamento antisociale.

Cosa fare con un bambino ADHD all’interno del contesto classe?

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Le regole devono essere applicate da tutti gli insegnanti, altrimenti si rischia di perdere di credibilità agli occhi del bambino. Piuttosto, si deve fare GIOCO di SQUADRA!

Cosa NON fare?

  • Pretendere che stia fermo;
  • Dare note di richiamo;
  • Rimproverarlo e/o alzare la voce;
  • Insistere perché un compito venga portato a termine senza pause;
  • Ripetere in continuazione al bambino che deve stare attento/fermo;
  • Intervenire con ripetuti rimproveri, punizioni, note e/o castighi.

I rimproveri, le note disciplinari, le punizioni peggiorano solo la componente oppositiva!!!

In particolare, le note a casa non servono a nulla in quanto, in questo caso, si sarà rinforzato negativamente il comportamento scorretto.

In conclusione, è bene ricordarsi che TUTTI i bambini possono fallire a volte, ma se si lavora con loro, se anche le figure di riferimento si mettono in discussione per trovare il percorso più adatto ai loro bisogni e se si è disposti a chiedersi “Cosa possiamo fare per aiutarli?”, quasi sempre ci renderanno orgogliosi.

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  • 06 60503260
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Orari di apertura

Lunedì - Venerdì dalle 8:00 alle 20:00
Sabato dalle 9:00 alle 13:00

Direttore Sanitario:
Dott. Francesco Mazzucchi

Aut. Reg. N. 408012 del 07/07/2020

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